La morte degli stronzi.

Pensi alla morte e ti vengono in mente cimiteri sconfinati, lapidi, sculture monumentali, campanili, distese di ghiaia bianca, candele accese, turiboli d’incenso, canti gregoriani e processioni dolenti. In effetti il cimitero monumentale ricostruisce fedelmente la concezione della morte che informava un mondo passato, ma nemmeno troppo. Nella dimora finale, seppur, per qualcuno, temporanea, si riproduceva la grandezza dell’uomo, o, più raramente, donna, in vita. Statue eroiche, iscrizioni su marmo, titoli nobiliari, riconoscimenti, alti gradi militari. In fondo sono morti, si pensa. Quindi sono innocui. Pure a qualche anarchico, da morto, si riconosce una discreta grandezza. La damnatio memoriae, in fondo, non è che la meschineria di chi non riesce a staccarsi dalla propria ideologia o religione senza pietà. Basti pensare ai fiumi d’inchiostro spesi ancora oggi per maledire ogni aspetto, ogni uomo, dell’esperienza fascista. Il duce non ha fatto niente di buono, proprio no. Figuriamoci, al potere vent’anni solo a far cazzate, significherebbe che il popolo che governava era fatto di caproni e pecore… forse era proprio così? O caproni sono quelli che si adattano al comune sentire senza provare a pensare? O sono solo cattivi senza pietas. Ma ritorna sempre l’idea, è morto, povero, in fondo non era poi così… e qui, a scelta, ci puoi mettere cattivo, bastardo, stronzo, fascista o comunista (a seconda di chi parla)… Come se la morte santificasse tutti o quasi. Ma davvero è così? Ok, a seconda delle convinzioni di ognuno ci si regola, ma questa storia non è un’altra stupida convenzione più cristiana che non si può? Fuoco sul carro funebre si diceva una volta, proprio per non dimenticare quello che dei bastardi morti avevano commesso da vivi. Allora non dimentichiamo che nessuno è un santo, tanto meno i santi veri, in realtà autentici bastardi. Ricordiamo sempre che la memoria è bene conservarla, che chi dimentica la storia è condannato a ripeterla… Insomma una merda eri da vivo, una merda resti da morto. Punto. Almeno finché dura la memoria, appunto. Poi, conservare odio per qualcuno vissuto secoli fa, sembra, almeno un poco, stupido.