Seconda puntata – Tenerli dentro
https://www.spreaker.com/episode/scuola-in-corso-2-tenerli-dentro--68028140
Ha senso tenerli dentro? Le persone che abbiamo davanti, persone che si stanno formando da almeno otto anni nelle scuole primaria e secondaria di primo grado, persone che compiono scelte, persone con difficoltà di varia natura, diverse tra loro, ha senso tenerle dentro tutte insieme?
Ovviamente, la risposta è sì se si intende tenere queste persone in una scuola che le aiuti a raggiungere le capacità, il senso di responsabilità e la consapevolezza necessarie nella crescita; ma questa inclusione si scontra con i dati sulla dispersione.
Il ministero ha giustamente esultato per i dati che vedono la dispersione nel nostro Paese scesa al 9,8% nel 2024 e – queste sono le stime – all’8,3% nel 2025: la metà rispetto al 2010 (quando ha raggiunto il 18,8%). Questi dati però diventano meno rassicuranti se li analizziamo nel dettaglio: «Le regioni insulari continuano a registrare i tassi più elevati: Sardegna (17,3%) e Sicilia (17,1%) presentano valori quasi doppi rispetto alla media nazionale. Nel Mezzogiorno continentale, Campania (16,4%), Calabria (15,8%) e Puglia (15,1%) superano tutte il 15%, mentre al Centro-Nord diverse regioni hanno già raggiunto il target europeo» (fonte https://www.spaggiari.eu/news/la-dispersione-scolastica-in-italia-unanalisi-approfondita-tra-progressi-e-sfide-strutturali ). Alla dispersione esplicita bisogna aggiungere quella implicita, di chi cioè completa il percorso di studi senza aver acquisito le competenze stabilite come minime: parliamo, per l’Italia, di circa il 7% degli studenti.
I dati ci dicono poi che sulla dispersione incidono la classe sociale di appartenenza e il livello di istruzione dei genitori: nel 22,7% dei casi entrambi i genitori degli studenti “dispersi” possiedono soltanto la licenza media. Ci dicono che le cause sono tante, individuali e sistemiche. Non c’è bisogno di essere brillanti intellettuali per cogliere la contraddizione: la scuola italiana è estremamente inclusiva sulla carta, soprattutto rispetto alle persone con disabilità fisiche o intellettiva, ma a chi è più fragile dal punto di vista sociale ed economica non riesce a fornire gli strumenti per migliorare la propria condizione.
Chiudiamo con la citazione da un film del 1995, La scuola. Siamo allo scrutinio e sta parlando il prof di lettere Vincenzo Vivaldi interpretato da Silvio Orlando: «Preside, Astariti non è bravo... Astariti è un primo della classe. Astariti non c’ha i capelli tagliati alla moicana, non si veste come il figlio di uno spacciatore, non si mette le scarpe del fratello che puzzano. Astariti è pulito, perfetto. Interrogato si dispone a lato della cattedra, senza libri, senza appunti, senza imbrogli. Ripete la lezione senza pause, tutto quello che mi è uscito di bocca, tutto il fedele rispecchiamento di un anno di lavoro. Alla fine gli metto 8 ma vorrei tagliarmi la gola. [...] Astariti è la dimostrazione evidente che la scuola italiana funziona solo con chi non ne ha bisogno!»
Qui la nostra seconda puntata, https://www.spreaker.com/episode/scuola-in-corso-2-tenerli-dentro--68028140
Giada e Francesco due insegnanti che parlano troppo ma che sperano di aver detto cose intelligenti