Romanzi

Elisa si era ritrovata in una strana posizione. Da quando aveva intrapreso quella carriera lavorativa si era presto accorta che il mondo guardava a lei diversamente. Diversamente da prima, diversamente da come si guardava gli altri. All’inizio non voleva crederci, magari passa si diceva, poi si rassegnò o almeno accettò la situazione. Pur non capendola. Se di mestiere fai la scrittrice di prodotti erotici se non proprio pornografici diventi qualcun altro. Per moltissima gente chi scrive quella roba lì, appunto roba che nemmeno riesci a definire apertamente, come Waldemort, non può che essere come i protagonisti dei suoi libri. Ma se scrivi romanzi polizieschi non devi per forza essere un poliziotto, se scrivi di fantascienza non è che hai un canale radio con gli alieni o un’astronave in cantina. Se parli di sesso estremo devi essere un praticante. Se sei donna poi la cosa è ulteriormente amplificata. Si ritrovò in pochissimo tempo a essere seguita da una platea di ammiratori strani. Pur scrivendo moltissimo di rapporti lesbici la maggior parte degli acquirenti dei suoi libri erano uomini. E gente che iniziò a fare le proposte più strane, un paio di buste ricevute presso il suo editore contenevano foto di peni eretti, l’effetto della sua narrativa scrivevano. A parte le proposte di orge in cui lei doveva portare molte amiche, ovviamente se scrivi di sesso ti dedichi a orge quotidianamente, qualcuno la invitava a incontri o uscite ma tutti a scopo chiarissimo. Evidentemente se scrivi di quella roba lì loro si sentono autorizzati a comunicarti i loro pensieri e desideri in proposito. E sicuramente sei una specie di nifomane, una puttana che però lavora gratis, solo per il piacere. Solo.