È stato il bancomat di Dio
Ha vinto l'Argentina e vai con la retorica della Pampa, dei giocatori scalzi nel barrio, la crisi economica e il riscatto popolare, le partite immaginarie giocate nel paesino sopra le Ande, Osvaldo Soriano e naturalmente Diego Armando Maradona D10S del calcio. Il tutto condito dalle urla in diretta Rai di Lele Adani. Ma partiamo dall'inizio.
Ho seguito il mondiale in primis per l'evento storico della partecipazione di ben tre calciatori della Salernitana. Boulaye Dia il centravanti del Senegal, Piatek attaccante della Polonia e Dylan Bronn terzino della Tunisia. Boulaye ha anche segnato un gol, rendendoci tutti orgogliosi, quasi quanto il gol che ha segnato all'Olimpico davanti agli occhi di quella merdaccia di Claudio Lotito.
In assenza dell'Italia, faccio il tifo per l'Inghilterra, perché la Perfida Albione è la mia patria alcolica elettiva. Come al solito gli inglesi sono usciti in maniera stupida, sbagliando un rigore a pochi minuti dalla fine, facendosi buggerare da una Francia cinica e dominata per quasi tutta la partita. Nonostante i due rigori a favore, l'arbitraggio è stato costantemente sbilanciato dalla parte dei francesi, con quelle piccole decisioni che come una goccia cinese spostano l'equilibrio verso una squadra, condannando l'altra a innervosirsi e a perdere lucidità. Non ho dubbi che ciò sia avvenuto in malafede, perché la finale di questo mondiale doveva essere Francia-Argentina ovvero Mbappé contro Messi, guarda caso i due calciatori simbolo del PSG, che è di proprietà del Qatar.
Il sanguinario e danaroso emiro Al-Thani per avere questo mondiale ha corrotto e inondato di dollari mezzo mondo, ha fatto costruire gli stadi dagli schiavi immigrati, che sono morti a migliaia sul lavoro. Mi pare che avere una finale coi suoi due maggiori stipendiati sia il minimo che potesse pretendere e ottenere dal baraccone osceno della FIFA. Ci sono andati per mezzo i brasiliani e questo non mi è dispiaciuto perché è stato bello vedere piangere quel fascista di merda di Neymar assieme al suo amico Bolsonaro. In più, non abbiamo più visto quei balletti ridicoli fatti dopo i gol dagli Atleti di Cristo della Selecao. In questo preferisco gli argentini, per quanto siano una banda di tamarri esaltati anche loro. L'Inghilterra aveva una buona squadra quest'anno, ha giocato bene, forse mancava una stella sul campo capace di fare la differenza, come si è visto con l'errore dal dischetto del pur bravo Keane. Ma la Perfida sarebbe stata mandata comunque al massacro in finale contro gli unti dal Signore, contro il figlio prediletto di D10S e dell'Emiro Al-Thani, nella nuova edizione della rivincita della guerra delle Falkland. Forse è stato meglio vederli uscire contro Mbappé.
Del campione francese ammiro la sua potenza esplosiva in campo: è davvero impressionante e unico al mondo. Inoltre solidarizzo con lui per gli attacchi che riceve per avere una relazione (presunta o meno non lo so e non mi interessa) con una persona trans. Il mondo del calcio è ancora fortemente transfobico e ogni giorno si sono letti titoli di giornale e commenti disgustosi. Su Messi trovo eccessiva la retorica che lo circonda. Mi irrita quel suo tiro rasoterra angolato e spero sempre che non la Mano de Dios ma una mano di un portiere meglio piazzato ci arrivi. Ma purtroppo lo stronzo è proprio preciso.
Insomma possiamo archiviare anche questi mondiali. Dio e il popolo hanno vinto. Hanno vinto gli ultimi, hanno vinto i primi, i più poveri e i più ricchi. Gli emiri e i bambini che giocano scalzi nel barrio di Rosario la città del calcio. Per me invece il bilancio è positivo per il gol di Boulaye Dia. Per l'Inghilterra ci sarà modo di perdere ancora. Il football anche questa volta It's not coming home. Eppure per me, opinione assolutamente personale e sindacabile, il calcio non è lo sport degli emiri e dei dittatori o dei poveri in cerca di riscatto. Il calcio è uno sport inglese e si basa su due concetti fondamentali, entrambi distintamente albionici. Il primo è support your local team, segui la squadra della tua città, per quanto facciano schifo entrambe, la squadra e la città. Il secondo è che prima, durante e dopo la partita si deve bere una buona birra. Tutto il resto, paturnie religiose o geopolitiche, le lascio ai fanatici di Maradona, Chavez e Fidel Castro.