La traversata del deserto
Cercando di dare, con tutti i miei limiti (che sono tanti) un minimo contributo personale al movimento per la Palestina, mi sono riaffacciato in questi mesi alle assemblee di movimento, che avevo abbastanza tralasciato negli ultimi tempi, pur risalendo il mio altalenante attivismo politico (se così lo possiamo chiamare, come riflettevo in uno dei post di questo blog) alle manifestazioni contro il G8 di Genova del 2001. Tante erano e sono le mie perplessità nel collaborare con singoli ed organizzazioni della sinistra italiana, ma di fronte ad un genocidio (mi sono detto) forse non vale la pena andare troppo per il sottile. Per cui non rimpiango di aver dato il mio seppur miserrimo contributo alla causa.
Il mio disagio però è stato costante e crescente, soprattutto nel dover ascoltare alcune affermazioni riguardanti non la questione palestinese ma la contemporanea questione del conflitto in Ucraina. Si sa che è difficile tenere le due situazioni completamente separate, perché stiamo parlando di mobilitazioni su temi di politica internazionale e conseguenti ricadute nel locale, però le considerazioni che ho sentito mi hanno lasciato davvero perplesso, per usare un eufemismo.
Ho sentito in questi mesi affermazioni quali l'esistenza pre 2022 di un Donbass sovietico, l'importanza di una lotta per l'autodeterminazione del Donbass, il genocidio ai danni del Donbass, i nazi-sionisti ucraini, la NATO che ha provocato la guerra, la Russia accerchiata, l'escalation militare voluta dall'Occidente etc. etc. Tutte cose che bene o male leggiamo da anni sui siti dei vari gruppi comunisti, anti-imper, antagonisti etc. Certo sentirle dal vivo fa un altro effetto, perché nello stesso momento magari le forze armate russe stanno bombardando un ospedale in una regione dell'Ucraina, sganciando missili su Kiev o Leopoli (a poche decine di km di distanza dalla Polonia e a migliaia di km distanza dal Donbass).
In questi mesi ho cercato di ascoltare anche la campana di vari gruppi anarchici che sono per il disfattismo e la diserzione e ci sono pure degli argomenti che potrebbero avere un loro fondamento. Però quello che non riesco a togliermi dalla testa è che tutte le ricostruzioni benevole con la Russia che leggo partono da una lettura storica del conflitto regionale che mi sembra completamente disonesta. Riassumendo, non è affatto vero che, come dice Sua Santità Papa Francesco, l'Occidente abbia abbaiato alle porte della Russia, tanto da giustificare un intervento così devastante di Putin con la sua “operazione speciale”. Tanto meno ho visto mai una reale esistenza di un movimento antifascista nel Donbass, i cui leader indipendentisti (prima di essere definitivamente cooptati nel fronte russo) furono dei criminali nazisti.
Questo mi sembra un punto decisivo per discutere della questione, perché io non credo che si possa dare una sostanziale adesione alla narrazione di Putin di un intervento necessario per sconfiggere i nazisti che avevano ostacolato l'autodeterminazione della Repubblica del Donbass. Ci sono analisi molto più complesse della mia su questo punto (ovviamente troverete anche le tesi opposte ben documentate) ma non mi sembra affatto che l'Ucraina o l'Occidente o la NATO abbiano la responsabilità di questa carneficina ancora in atto. Il governo Zelensky era accusato di essere troppo accondiscendente verso la Russia e il conflitto in Donbass era sostanzialmente in una fase di stallo. Non credo che nemmeno chi ritiene veritiero lo scenario di un Donbass antifascista possa essere d'accordo che una lotta per l'indipendenza debba comportare questo massacro avviato da Putin nel 2022.
Ulteriore capitolo, la questione politica in Ucraina e il ruolo dei nazionalisti nel periodo da Maidan ad oggi. Si è ritenuto il ruolo del famigerato battaglione Azov non solo centrale ma sufficiente per bollare un'intera nazione come Stato canaglia da purgare, come sostiene appunto Putin. Le prime proteste anti russe nacquero da un sentimento genuino contro la corruzione e contro il controllo imperialista di Mosca, ma furono subito bollate come etero dirette dall'Occidente nelle sue fasulle rivoluzioni colorate. Anche qui, non è credibile una lettura storica del genere, perché sostanzialmente l'Ucraina si è data una sua indipendenza con un referendum democratico, votato a maggioranza anche in Donbass; si è data al disarmo nucleare completo, fatto eccezionale e credo unico nella storia; si è data infine un governo che non era nemmeno troppo ostile verso Mosca, e la destra estrema era stata anche messa ai margini della politica, diversamente da dittature come quella russa. In sostanza, l'Ucraina era di fatto già un paese a suo modo neutrale nello scacchiere internazionale, solo che Mosca lo riteneva nella sua sfera di influenza, ma non così la popolazione ucraina, che ha lottato per la sua indipendenza politica dalla Russia. Prima di ogni intervento occidentale e di ogni Occidente che abbia abbaiato alle porte del sacro impero neo zarista, c'è una volontà popolare che dovrebbe essere ben riconoscibile da chi voglia vedere le cose come stanno e non abbia il preconcetto che Russia = Ex URSS quindi Donbass sovietico quindi buono.
Arriviamo a un altro punto critico, ovvero il sostegno armato da parte dei paesi occidentali a Kiev e il ruolo degli USA. Qui la situazione si fa ovviamente più vischiosa perché a nessuno piace un aumento degli armamenti, non piacciono i morti, gli eserciti e gli stati nazione. Si dovrebbe pure dire, d'altra parte, che quando la Russia ha distrutto la Siria consegnandola ad Assad (con massacri di civili, uso di armi chimiche, migrazione di milioni e milioni di siriani) e gli USA non sono intervenuti, non è che sia andata molto meglio. Certo poi la NATO, che prima dell'azzardo di Putin sembrava alquanto divisa, si è per certi versi ricompattata. Bisognava lasciare da solo l'esercito ucraino? Bisognava fare come ha fatto il sindacato italiano USB ovvero cercare di bloccare l'invio dei primi mezzi militari difensivi a Kiev? Il mancato arrivo di una contraerea serve a difendere la pace oppure a lasciare che un condominio venga raso al suolo più facilmente? A queste domande, che non reputo retoriche, ma che riguardano tuttx noi che siamo nei movimenti in Occidente, alcuni gruppi hanno risposto con una sicurezza sprezzante, alimentando il mito del Donbass socialista, in alcuni casi anche del ruolo positivo dell'asse della resistenza Russia-Iran-Corea del Nord, oppure sulla base di un pacifismo integrale.
Diversa forse è la posizione del disfattismo rivoluzionario per il quale c'è in atto uno scontro tra imperialismi, bisogna aiutare solo chi diserta e che si fottano Putin e la NATO. Questa concezione, che reputo dal mio modestissimo punto di vista forse un poco più apprezzabile di quella dei nostalgici dell'URSS, per i quali l'Ucraina può scomparire dalla cartina geografica e tutta la popolazione deportata in Polonia o in Germania o fatta sparire nella notte, ha il suo limite nel considerare Ucraina = NATO. Certo io non saprei nemmeno dire cosa riuscirei a fare in un paese in guerra, magari sarei il primo a darmela a gambe, però nemmeno considero a priori un nazista chi sta resistendo ad una invasione che ricordiamo è avvenuta non solo in Donbass ma su larga scala, sfiorando i confini di altri stati europei. Ma la mia è una considerazione personale, poi i gruppi politici devono fare le loro piattaforme e molti hanno visto nella contrarietà all'invio di armi in Ucraina un modo semplice e immediato per arrivare alla pace. Ma sarà davvero così?
Certo che sarebbe bello se domani mattina finissero i massacri (magari questo conflitto ha i giorni contati) lasciando sulla scia l'enorme mole di cadaveri e devastazione provocata dalla criminale scelta del regime russo di invadere un intero paese confinante. Mi chiedo che cosa possiamo fare noi da qui. Alcuni gruppi sparuti in Italia si sono impegnati in azioni di solidarietà e sostegno alla resistenza ucraina, ricevendo critiche per aver indirettamente sostenuto un esercito nazionale. Poi, come dicevo, c'è chi si è mosso per una vittoria della Russia, che sarebbe una catastrofe per tutta l'Ucraina e il pianeta intero.
Recentemente ho letto una risoluzione della Quarta Internazionale che mi è sembrata intelligente, per cui ne riporto qui di seguito il paragrafo intitolato “Il popolo ucraino difende il proprio diritto all’autodeterminazione nazionale”: “Con l’invasione dell’Ucraina, l’esercito di Putin ha accelerato il rimodellamento del mondo. Con la sua aggressione il regime di Putin sta riproducendo le relazioni di dominio ereditate dall’impero zarista, con qualche ammiccamento allo stalinismo e una convergenza con le ideologie di estrema destra di tutto il mondo.
A lungo termine la guerra sta infliggendo queste atrocità. La Russia continua i bombardamenti nelle aree civili, ad attaccare le infrastrutture ucraine (ferrovie, strade, scuole, ospedali, fabbriche, magazzini, ecc…) in tutto il Paese. Nelle zone occupate, gli stupri, i massacri, la distruzione di Mariupol e i bombardamenti che colpiscono i civili – che la Russia presume di “proteggere”- vanno di pari passo con la russificazione forzata: l’imposizione repressiva di passaporti russi, la distruzione della cultura ucraina, la deportazione dei bambini, ecc. ..Milioni di ucraini sono stati costretti a fuggire dalle loro case o a lasciare il loro paese, lacerando le loro le famiglie e le reti sociali, trasformandoli in profughi, trasformandoli in rifugiati nei diversi Paesi.
È la resistenza popolare armata e civile all’invasione del febbraio 2022 (non voluta da Putin e dalle potenze occidentali) che ha costretto Putin a modificare gli obiettivi della sua offensiva militare che avrebbe dovuto “denazificare” l’Ucraina e proteggere le popolazioni russofone del Donbass. Il fronte di terra si è stabilizzato (inizio 2024) dopo enormi perdite umane, senza che le forze russe siano riuscite a stabilizzare il loro controllo sull’insieme dei territori russi.
In Russia e Bielorussia, coloro che osano parlare di “guerra” al posto di quella che è ufficialmente è una “operazione militare speciale”, o che esprimono la minima opposizione ad essa, vengono criminalizzati. Nel settembre 2023 la mobilitazione parziale di circa 300.000 truppe ha provocato la fuga di centinaia di migliaia di giovani – spesso privi dello status di rifugiato – mentre le loro famiglie vengono minacciate in Russia. Migliaia di civili nelle zone di confine russe sono ora vittime della guerra di Putin, sotto gli attacchi dei droni e dei proiettili ucraini.
Per ora, l’aggressione russa ha permesso il consolidamento e l’allargamento della NATO ai paesi dell’Europa orientale vicini alla Russia. Proprio per questo la sconfitta di questa invasione e della logica imperiale russa è un fattore decisivo per il successo di una campagna popolare in tutta Europa per lo smantellamento di tutti i blocchi militari: NATO, CSTO, AUKUS”.
Anche io penso che, contrariamente a quanto sostengono i campisti nostrani, una vittoria della Russia non segnerà affatto una sconfitta del blocco NATO ma semplicemente una esasperazione della contrapposizione militare e in futuro altre disgrazie per le altre popolazioni che verranno aggredite dall'imperialismo russo. Come sottolinea il documento, la resistenza ucraina è partita dalla gente, non da Washington, che avrà le sue mire imperialiste ma ha anche aiutato di fatto a non collassare tutto il fronte. Come dicevo prima, gli USA hanno voltato le spalle alla rivoluzione siriana, dando solo una mano ai curdi contro l'ISIS, e si è visto come è finita.
In conclusione, in questo mio post non ho voluto fare ragionamenti esasperati o unilaterali né tanto meno sparare proclami di guerra, che non mi appartengono, conoscendo anche i miei limiti di analisi. Quando mi arrivò la chiamata a fare il servizio militare (esisteva ancora la leva obbligatoria) feci la mia obiezione di coscienza e ricordo di essermi anche iscritto in quel periodo ad un'associazione che si chiamava AON, Associazione Obiettori Nonviolenti. Ho fatto il servizio civile ma se non fosse esistita questa alternativa (frutto delle lotte dei pacifisti italiani, da Ernesto Balducci, Don Milani, Aldo Capitini a tantissimx altrx) difficilmente mi sarei fatto i mesi di leva. Però, purtroppo, dobbiamo vivere in una realtà che è questa, una realtà che vede ancora il fascismo aggressivo militarmente e molte persone sono costrette a farci i conti e non dovremmo lasciarle da sole.
Se e quando la guerra in Ucraina sarà finita, oppure da oggi, dovremmo allora compiere una nostra traversata nel deserto, un cammino stretto tra militarismi, imperialismi contrapposti, un fascismo mondiale aggressivo, il sostegno necessario alla lotta palestinese e altre sfide improbe e direi quasi improbabili per le nostre forze. Alla fine dovremmo avere chiare le idee almeno su come contrastare i nostri nemici senza la scorciatoia illusoria del sostegno alle dittature anti occidentali, che sono la brutta copia delle democrazie imperialiste. Non sono ottimista in questo momento e non voglio terminare con nessun appello, semplicemente mi piacerebbe poter costruire delle alleanze con le persone politicamente più vicine senza dovermi trovare ad ascoltare chi inneggia a dittatori, massacri, stupri e violenze di ogni tipo, sognando il revival di una realtà sovietica che forse non è mai esistita per come la descrivono loro. In questo momento storico la fascinazione per le teorie rossobrune, complottiste, fascisteggianti etc. è molto forte, ne ho parlato qui nel blog rispetto al successo postumo di Costanzo Preve.