L'anno in cui smisi di seguire il pallone
A gennaio 2024 inviai una email ad alcuni giornali sportivi locali:
“Gentile redazione, vorrei esprimere con questa lettera aperta tutta la mia contrarietà e indignazione per l’acquisto del calciatore Jerome Boateng da parte della Salernitana. L’ex Nazionale tedesco, come è noto, è stato condannato per lesioni aggravate nei confronti della sua ex compagna Sherin Senler. Recentemente su tutti i campi di calcio si è svolta una giornata contro la violenza sulle donne: tutti i calciatori hanno mostrato un segno rosso sul viso e molte tifoserie, tra cui quella di Salerno, li hanno seguiti nel gesto simbolico. Ma le istituzioni, calcistiche e non, sono spesso ipocrite riguardo queste e altre tematiche, basti vedere che il calciatore della Reggiana condannato per stupro, Portanova, gioca in serie B: i tifosi hanno detto che aspettano la sentenza della Cassazione per giudicarlo, mentre un radiocronista sportivo della Rai dopo un suo gol ha esclamato «Un gol meraviglioso da parte di Portanova che mette a tacere le polemiche». Non penso che dobbiamo aspettare i tribunali di Stato per condannare e combattere contro la violenza di genere: le femministe in tutto il mondo urlano “sorella io ti credo” e io voglio ascoltare la loro voce piuttosto che quella di un giudice. La violenza maschile e l’oppressione di genere, le violenze contro donne, persone trans, asessuali etc. sono parte di un sistema radicato che si regge anche sui silenzi, le omertà, le pacche sulle spalle e la tacita comprensione o condivisione. In una trasmissione radio di Salerno la settimana scorsa un ascoltatore ha ricordato la violenza di Boateng e un noto giornalista ha risposto “chi se ne frega”. Ecco, io penso invece che deve fregarcene qualcosa, non dobbiamo poi essere ipocriti, metterci il segno rosso sulla guancia una volta l’anno e poi fare finta di niente. Da tifoso della Salernitana vorrei che i calciatori onorassero la maglia dentro e fuori il campo”
La lettera non venne pubblicata su nessun sito, anche se una redazione mi rispose dicendomi sostanzialmente che aveva letto con interesse la mia legittima opinione e che avrebbe informato i suoi lettori sugli sviluppi della vicenda. Pochi giorni dopo dallo sciagurato acquisto di Boateng, ce ne fu un altro ancora peggiore, quello dell'israeliano Shon Weissman, che aveva inneggiato su Twitter allo sterminio dei palestinesi a Gaza. Anche qui ho cercato di dire la mia, riscontrando prevalentemente lo stesso disinteresse e omertà che avevo visto rispetto a Boateng. Weissman era stato contestato duramente in Spagna, dove giocava, messo praticamente ai margini per un atto vigliacco, quello di chiedere al suo esercito di compiere un genocidio: nei mesi successivi al 7 ottobre 2023 le sue richieste sono state esaudite, perché Israele ha compiuto decine di migliaia di omicidi nella Striscia di Gaza.
Questi due eventi mi hanno allontanato dal mondo del calcio, che ho seguito con passione per decenni. In definitiva penso una cosa: il nostro mondo è costruito dagli effetti di tanti piccoli “ma chi se ne frega” come quello detto dal giornalista di cui sopra. Un genocidio e la violenza di genere non possono essere messi in secondo piano dietro un pallone. Per me è una questione di priorità, poi ognuno nella vita compie le scelte che si sente di fare.