Un anno di gloria. Le pagelle.
Sepe 5,5. Faccio una premessa. È uno di quei calciatori che non voglio vedere più con la maglia della Salernitana, dopo aver visto i vari Montervino, Schiavi, Pucino, Vitale. Come portiere non mi piace a livello di impostazione tecnica: è vero che gioca bene coi piedi e dà grande sicurezza alla squadra nell'impostazione e come carisma, ma il modo in cui para, spesso in ginocchio a tipo bagher di pallavolo, non me gusta (spoiler, comincio a parlare in messicano). Però il girone di andata gioca bene, fino all'infortunio gli metto un sei e mezzo in pagella. Dopo l'infortunio provvidenziale, scivola in panchina. Gli tolgo un voto e prende l'insufficienza perché non sa accettare di dovere fare la panchina a una leggenda del calcio mondiale, di cui parlo qui sotto.
Ochoa 9: non ho mai visto un portiere fare così tanto la differenza, almeno nella mia squadra del cuore. Gli interventi di Memo sono fenomenali, e sono tantissimi: contro il Milan (andata e ritorno), contro il Torino, l'Inter, il Napoli...tanti punti in classifica sono fatti grazie a lui. Del resto, come dicevo, stiamo parlando di una leggenda della storia del calcio mondiale. Uno che ha fatto cinque mondiali e che si appresta, speriamo, a fare il sesto, magari giocando ancora nella Salernitana. Grazie a De Sanctis per aver colto l'occasione sul mercato. Memo, in pochi mesi, al pari di Ribery, ha fatto da ambasciatore della Salernitana nel mondo.
Pirola 7: inizia in sordina con Nicola, ma con Sousa cresce in personalità, fa anche due gol e si candida per il riscatto la prossima stagione. In alcune partite il suo pressing sulle caviglie degli avversari è determinante, ci mette cuore e professionalità. Alla fine diventa titolare inamovibile nel terzetto scelto da Sousa. Bene così.
Lovato 5: sceglie per primo la causa granata e questo gli va riconosciuto. In ritiro ha un brutto infortunio in amichevole. Quando ritorna in campo è un disastro, con la Cremonese in casa Nicola non lo sostituisce per non stroncargli la stagione. Nel finale di campionato però va in crescendo, grazie anche al resto della squadra che gioca con fiducia. È il titolare dell'Under 21, la società ha puntato molto su di lui, speriamo che l'anno prossimo, con un ritiro fatto in tranquillità, possa rendere meglio. Noi lo aspettiamo.
Daniliuc 6.5: chiude nel terzetto titolare. Ha fatto delle partite ad altissimo livello, si è conquistato la maglia della nazionale austriaca, può migliorare in prospettiva. In alcune partite però fa degli errori piuttosto gravi in copertura. Per questo mi limito ad un sei e mezzo in pagella, perché in generale è un calciatore che può fare benissimo in futuro, vista la giovane età.
Gyomber 7,5: lui è l'immortale, l'ultimo reduce della squadra che ha conquistato la serie A (liberandoci da Claudio Lotito, il che vale più di una promozione). Inizia il campionato sempre con grande impegno, che è la qualità che lo contraddistingue insieme alla professionalità, all'umiltà e all'attaccamento alla maglia. Quando fa degli errori in campo, cerca sempre di rimediare in velocità rincorrendo gli avversari. A volte spazza la palla in tribuna e dimostra i suoi limiti tecnici. Nel calcio moderno, con la difesa a tre, per giunta, già il portiere deve sapere impostare l'azione...mentre il buon Norbert sembra venire dal passato, arcigno stopper di marcatura. Eppure, nel finale di campionato, diviene insostituibile e infallibile. Chiude annichilendo al Maradona un certo Osimenh. Sousa comincia a inserirlo negli schemi offensivi e lui comincia a tenere palla prima di buttarla avanti. Se non fosse per qualche infortunio, chiuderebbe ancora meglio. Terzo anno qui a Salerno, terzo anno di gloria per lui.
Troost-Ekong 7: arriva dal Watford per richiesta di Nicola, per cui dopo un buon inizio si troverà, con Sousa, indietro nelle gerarchie. Però quando gioca non demerita, fino al gol contro l'Udinese che farà la storia sua e del nostro club. Merita una menzione positiva anche il suo atteggiamento nello spogliatoio, sempre sorridente e pronto a dare una mano, così come nella vita, con il suo impegno ambientalista: già il suo acquisto è a impatto zero sulle emissioni. Ne parla il “Guardian” e anche questo dà lustro alla nostra città.
Bradaric 7: anche lui comincia in sordina. Nicola non lo fa giocare, quando inizia è timido, sembra un acquisto sbagliato...Poi progressivamente sale in cattedra, mostra grande tecnica, sulla fascia diventa il punto di riferimento nello schema di Sousa e i suoi assist sono fondamentali, soprattutto quelli per Dia. Altra pedina importante per il prossimo anno, patrimonio della società.
Mazzocchi 8: inizia il ritiro in polemica con la società, poi finalmente raggiunge un accordo sul contratto e inizia il campionato alla grande. Primo gol in serie A contro l'Empoli con una serpentina meravigliosa, grande prestazione in casa della Juventus, gol vittoria fondamentale contro lo Spezia, con un tiro a giro nel set. È il primo calciatore della Salernitana a scendere in campo con la maglia azzurra della nazionale italiana. Solo questo gli merita il voto alto in pagella. Poi si infortuna e la sua assenza diventa pesante. Torna per il finale di campionato e fa il suo, anche se con qualche partita non proprio eccelsa, nella quale si incaponisce e non fa le decisioni giuste palla al piede. Però finisce con la fascia di capitano al braccio, spronando la squadra racchiusa per motivarsi in cerchio prima di affrontare il Napoli (la squadra della sua città) al Maradona. Si sentono le sue parole: questo è il giorno! E infatti la Salernitana quel giorno lo fa diventare storico, zittendo l'arroganza dei campioni d'Italia. Con qualche consiglio di Sousa in ritiro, dovesse rimanere, ancora capitano, può entrare nella leggenda del nostro club.
Sambia 6: lui è uno di quei calciatori che, al contrario di Sepe, adoro e apprezzo per umiltà e spirito positivo nell'affrontare questo sport. Nel periodo del Covid, quando era in Francia, entra in coma e rischia la morte. Pochi mesi dopo è di nuovo in campo e gioca con il sorriso, facendo gruppo con gli altri francofoni della squadra come Coulibaly. Inizia in maniera negativa il torneo, per Nicola non esiste. Poi inizia a giocare e stupisce tutti, sa tirare anche delle punizioni micidiali. Con Sousa arretra nelle gerarchie perché non sa dare quella costanza aggressiva nel gioco che pretende il nuovo tecnico. Se dovesse rimanere, può avere anche lui in ritiro l'occasione per dare il meglio di sé.
Bronn 5: per Nicola è titolare inamovibile, ma comincia a traballare nelle sue prestazioni assieme alle idee del tecnico del 7%. Con Sousa viene impiegato poco e quando entra non dà garanzie. Lui viene da una retrocessione in Francia e poi da un mondiale con la maglia della Tunisia. De Sanctis ha scommesso su di lui, ma se questo campionato è andato bene non è certo grazie alle sue prestazioni.
Vilhena 6,5: ex ragazzo prodigio, perso nei meandri del calcio europeo, viene preso in prestito dall'Espanol nello scetticismo generale. Grande tecnica, si dice, ma poca continuità. Con Nicola gioca sempre, anche quando magari potrebbe riposare. Ha dato nel complesso buoni spunti, conditi da gol importanti e di ottima fattura. La sua tecnica non si discute: in alcune partite, quando è in vena, fa la differenza, mentre in altre sembra perdersi tra i fantasmi che gli hanno condizionato la carriera. Finisce il campionato in buona forma, con mister Sousa che lo apprezza e, pare, chieda alla società il suo riscatto. Dovesse essere riconfermato, sarà bene anche per lui fare il ritiro e studiare cosa vuole il tecnico portoghese da lui.
Kastanos 7: all'inizio non è tra i miei preferiti, direi con un eufemismo, ma per meri pregiudizi: perché è della scuderia di Giuffredi, è stato preso da Fabiani, è cipriota (un cipriota conosco e lo odio profondamente). Al di là di queste mie paturnie, mentre mio cugino a metà stagione durante una partita che sta andando male mi dice “ma perché non gioca Kastanos?” facendomi incazzare, fa un campionato incredibile condito da gol stupendi. Mi tolgo il cappello e mi inchino a Greg, il nostro Bernardo Silva.
Nicolussi Caviglia 6,5: è un gran bel calciatore, un giovane-vecchio che sembra avere i nervi di acciaio e la classe di un veterano, eppure veniva dal Sud Tirol, in prestito dalla Juve. Il riscatto fissato è altissimo perché la Juve lo tiene in considerazione per il suo futuro, era una sorta di prestito secco: non credo lo rivedremo ancora qui, a meno che non vogliano fargli fare ancora le ossa. Con Nicola inizia benissimo, tanto che diventa quasi titolare inamovibile. Poi proprio contro la Juve va in confusione e fa una pessima partita. Con Sousa avrà poco spazio, ma perché non c'è molto tempo per esperimenti e bisogna portare a casa la salvezza.
Coulibaly 9: quando Lassana gioca bene, non ce n'è per nessuno. In qualsiasi campo, contro qualsiasi squadra, al San Siro come al Santiago Bernabeu. Ha avuto anche i suoi momenti di calo, naturalmente, ma nel complesso ha fatto delle prestazioni così degne di nota e così determinanti per la squadra che lo piazzo tra i calciatori fondamentali per la salvezza di quest'anno. Al pari di Sambia, è uno degli atleti che più mi fanno amare ancora questo sport. Ha imparato pure a segnare: per me è da top club, ma spero che resti a Salerno.
Maggiore: 5,5: anche lui ha avuto un infortunio che gli ha condizionato la stagione. Però quello che ho visto non mi ha soddisfatto, speravo molto ma molto meglio. Certo non ha mai demeritato chissà che in campo, ma nemmeno ha dato quello che tutti si aspettavano, visto quello che ha fatto a La Spezia e per quanto la società crede in lui. L'anno prossimo vorrei vederlo meglio.
Bohinen 6: comincia sottotono, anche lui vittima di un infortunio, dal quale però sembra non riprendersi più, intimorito nel lanciarsi nella battaglia. Con intelligenza, però, Sousa gli dà qualche possibilità, perché la classe del Professore norvegese non si discute. Il suo filtrante “no look” al San Siro illumina la partita e porta la Salernitana al pareggio contro i campioni d'Italia. Finisce il campionato in crescendo e questo fa ben sperare per l'anno prossimo.
Candreva 9: Mast'Antonio. Esperienza. A 36 anni corre più di tutti e gioca più di tutti. I suoi gol sono da cineteca ed entrano nella storia centenaria della Salernitana. Il pallonetto all'Olimpico contro la Lazio, il cross sbagliato contro l'Inter, il gol salvezza contro l'Atalanta, la perla contro la Roma...Candreva è stato strepitoso, è entrato nel cuore della città. Mi auguro di vederlo ancora indossare la nostra maglia.
Botheim 5,5: Nicola lo fa giocare pochissimo, nonostante il gol contro la Sampdoria e il bellissimo assist per Dia contro il Verona. Per quanto ben dotato tecnicamente, mi sembra un po' leggerino per il nostro campionato. Sousa lo impiega e gli fa fare un po' le ossa, ma resta un incognita per il prossimo campionato: un attaccante deve sapersi fare strada a spallate per emergere e il buon Erik deve entrare nella mentalità di questa squadra. Chi lo ha seguito in questi anni e ha investito ne saprà più di me, per cui rimando il giudizio definitivo.
Piatek 6: gli metto la sufficienza nonostante i tanti gol sbagliati e le bestemmie della tifoseria. Certo non verrà riscattato dall'Herta Berlino, anche perché 10 milioni sono troppi e il suo ingaggio è alto. Però, mi perdonerete, merita la sufficienza per le tante partite nelle quali ha giocato quasi da solo in avanti, facendo a sportellate con tutti, fornendo assist decisivi, creando spazi fondamentali nelle azioni di attacco. Un altro attaccante avrebbe fatto meglio, ma la salvezza è anche merito suo.
Bonazzoli 4,5: è un grande calciatore, ma contemporaneamente è anche un cretino. Come possa sprecare il suo talento lo sa solo lui. L'anno scorso è stato l'eroe della salvezza con i suoi dieci gol decisivi. Quest'anno torna il giocatore involuto, che sbraita se sta in panchina, che fa le storie Instagram in bianco e nero col volto triste...Insomma, uno strazio. Eppure, visti anche i limiti di Piatek, c'era bisogno anche di lui, che invece è su un altro pianeta, pensando a chissà che cosa. Finisce la stagione in panchina perché Sousa non tollera il suo atteggiamento durante gli allenamenti. Probabilmente andrà via e credo che tutti i tifosi saranno d'accordo.
Dia 9: giocatore delizioso, uomo straordinario, dal carattere umile. Un campione. Con 16 gol fa impazzire una città ed entra nella nostra storia. Al Maradona fa un tunnel a Osimenh, guarda la linea oscura del tiro, fa un passettino coperto da 5 difensori del Napoli, e di sinistro con un tiro parabolico e geniale trafigge Meret. Questo suo gol segnerà la mia vita: ero tra le migliaia di persone pronte ad accogliere lui e la squadra all'Arechi al ritorno dopo la partita. Ora lo vuole mezza Europa e Iervolino fissa il prezzo ad oltre trenta milioni di euro. Li vale tutti, forse anche di più. Comunque vada, dovesse partite o meno, Boulaye resterà per sempre nei nostri cuori.
Nicola 4,5: aveva tra le mani una buona squadra, ma ha fatto di tutto per sminuirne il valore. Forte del miracolo dello scorso anno, viene riconfermato a furor di popolo. Il 3-5-2 è quello lì e sembra non discostarsene mai. Per alcune partite funziona, il primo tempo contro la Juve è da conservare nella storia. Fa pure diversi punti e non siamo mai in zona retrocessione, perché vinciamo gli scontri diretti in casa. Il calendario del girone di ritorno, però, è più tosto e fa paura. Le sconfitte pesanti a Sassuolo e Monza però lasciano sbalorditi, la squadra sembra non essere in campo. Come è possibile? Resta in sella fino al disastro di Bergamo, poi viene richiamato, quindi perde anche a Verona e Iervolino è costretto a mandarlo via definitivamente. Pesano sul suo esonero alcune errori di valutazione su calciatori che poi si faranno valere con Paulo Sousa: quando cambia modulo è per mettere tutti dietro la linea della palla, per cui la Salernitana non tira più in porta. Finisce con lo spogliatoio contro, un gruppo che non ha saputo gestire e che, senza volere entrare nel gossip, non aspettava che un altro allenatore.
Paulo Sousa 9: quando arriva la squadra è impaurita, non gioca più a calcio, la zona retrocessione non è poi così lontana. Il mister però non ha intenzione di portare a casa la salvezza con pragmatismo e con i muscoli. Non è Semplici o Iachini. Sousa vuole fare di questo girone di ritorno il primo tassello di un percorso di crescita che guardi al futuro del club. Per cui la squadra deve avere fiducia e costruire gioco, deve avere coraggio e lottare contro ogni avversario, anche fuori casa e anche contro le Big del campionato. La Salernitana non tirava più in porta: lui mette due trequartisti dietro la punta e trova un legame tra centrocampo e attacco. Ma è tutta la squadra ora a muoversi in sincrono, corta e aggressiva, verso la porta avversaria. I singoli calciatori vengono motivati e ciascuno trova il suo ruolo nello sforzo collettivo. Dopo ogni partita, è un piacere ascoltare il mister in conferenza stampa spiegare il calcio a noi profani, a noi tifosi abituati ai cross in avanti per pennellone Djuric e che Dio ce la mandi buona. Perché Sousa durante gli allenamenti, al di là di tutto quello che ho detto, riesce a spiegare ai calciatori gli schemi e i movimenti adatti. Finisce la stagione da vero e proprio guru, parlando al cuore della città, facendoci sognare tutti.
De Sanctis 8: deve fare un lavoro enorme appena arrivato, ovvero piazzare i 20 calciatori della Fabianese, tutta gente di serie C, che ci è stata accollata per anni dal buon pasticciere Angelo Mariano. Si mette di buona lena e li piazza tutti, da Sanasi Sy e “Papa Wojtyla” Jaroszinsky fino a Orlando, Castillo e Kristoffersen. Solo per questo meriterebbe un plauso. Con Nicola la squadra va in confusione e tanti suoi acquisti sembrano dei bidoni. Il tempo gli darà ragione, perché i vari Bradaric, Sambia, Daniliuc, Vilhena si faranno valere. Azzecca l'operazione Dia e porta a Salerno con una mossa geniale nel mercato di riparazione la leggenda messicana Memo Ochoa. Ovviamente qualche errore lo fa pure lui, ci mancherebbe, il budget a sua disposizione era sostanzioso, ma il voto alto alla fine si giustifica con un dato di fatto molto semplice: 42 punti, salvezza acquisita a due giornate dalla fine, migliore campionato della nostra storia.
Iervolino 10: quando è arrivato ha detto che il suo obiettivo era diventare il presidente più benvoluto della storia della Salernitana. Dopo solo un anno e mezzo, c'è già riuscito.